Su Internazionale in edicola questa settimana, Sivan Kotler recensisce in modo rapido e confuso Il silenzio della felicità.
La parte che amo maggiormente di questa superficiale e scolastica critica al romanzo è senza dubbio questa:
"Le tappe narrative necessarie ci sono tutte anche se a volte forzate. Le lunghe passeggiate, i libri, i fiori, Pasolini, sprazzi di ebraismo e perfino la precarietà".
"Sprazzi di ebraismo?" "Perfino la precarietà?"
Ma che libro hai letto Sivan?
Ciao.