Così al bar del mattino
c’è stata la rivoluzione e se fino al giorno prima erano tutti grandi esperti
di calcio, all'improvviso sono diventati tutti raffinati politologi, macinando
improbabili alleanze davanti ai caffè. Se Bersani con Grillo, se Bersani con
Berlusconi. Avevo come al solito fatto la strada casa-lavoro a piedi partendo
da via Ippolito Nievo, poi attraversando quella via privata ma percorribile
dove un uomo ricco e ben vestito, abitante in una casa costruita come un
castello, scaldava il motore della sua bella automobile Bmw e mi guardava come
un estraneo, poi passando davanti a quella chiesa oramai abituata a vendere la
propria facciata al migliore offerente, questa volta una marca di profumo
francese simboleggiata dal disegno di una donna magra alta e gnocca, con due gambe
lunghissime, scelta presumo per ricordare ai fedeli domenicali di non
desiderare mai, la donna d’altri.
Intanto, al
bar-torrefazione il solito allegramente stupido Dj del mattino cianciava anche
lui delle elezioni, poi partiva qualche brutta canzone, poi mandavano il
radio-notiziario e gli italiani in questo periodo di crisi e difficoltà
potevano tirare un sospiro di sollievo: Papa Benedetto XVI avrebbe comunque continuato
a chiamarsi Sua Santità, avrebbe proseguito a vestirsi di bianco anche se in
modo meno appariscente, ma non avrebbe mai più potuto indossare le scarpette
rosse, emblema del martirio. Ma più scarpette rosse Benedetto, ci dispiace. Il
solito uomo dai capelli argento monopolizzava la lettura di due noti quotidiani
sportivi, uno dei quali offriva come delirante titolo principale "NON MANDATE
RIZZOLI A NAPOLI!", sottile invito a non assegnare la direzione arbitrale
della più importante partita della settimana alla suddetta giacchetta nera. Gli
altri avventori del bar lo guardavano con meno fastidio della norma l'uomo dai
capelli argento, perché oggi si parlava di politica: se Bersani con Grillo, se
Bersani con Berlusconi.
Fino alle 7.55 c'è
tempo, poi devo uscire dalla torrefazione, girare l'angolo entrare in libreria
e far scorrere il badge rosso nell'apposita macchinetta verde acqua, prelevare
dal cortile all'aperto le torri di ceste grigie contenenti libri poggianti su
carrelli azzurri rotanti e spingerle verso l'ascensore, quindi al primo piano,
oggi escono le novità e una volta tanto un libro interessante: "I
fatti" di Philip Roth, autobiografia di un romanziere. Nuovo per modo di
dire.
"Era ancora vivo,
il sole splendeva, sua moglie non era rimasta vedova e i suoi figli non erano
degli orfani: adesso il trantran familiare sarebbe ripreso. Non era poi così
strano che un ragazzo di undici anni non potesse capire le lacrime di suo
padre. Il fatto è che io non vedevo, come vedeva lui con tanta chiarezza,
perché o come le cose avrebbero dovuto prendere una piega diversa".
Infine il Papa è volato via in elicottero sopra Roma verso Castel Gandolfo, una sera barbari napoletani hanno assaltato il pullman della Juventus con calci, pugni e pietre che hanno rotto un vetro. In campo invece tirate di capelli e gomitate, il consueto pianto disperato dell'allenatore partenopeo a fine gara nei confronti dell'arbitro colpevole di aver negato agli azzurri quattro o cinque rigori, e in tutto questo non abbiamo ancora capito chi farà il prossimo Presidente del Consiglio se il comico, il bandito o l'ubriaco.
Infine il Papa è volato via in elicottero sopra Roma verso Castel Gandolfo, una sera barbari napoletani hanno assaltato il pullman della Juventus con calci, pugni e pietre che hanno rotto un vetro. In campo invece tirate di capelli e gomitate, il consueto pianto disperato dell'allenatore partenopeo a fine gara nei confronti dell'arbitro colpevole di aver negato agli azzurri quattro o cinque rigori, e in tutto questo non abbiamo ancora capito chi farà il prossimo Presidente del Consiglio se il comico, il bandito o l'ubriaco.