Ah, Dominique Sanda. Ti guardavo venerdì sera così bella da
stordire nel 1969 e pensavo che adesso hai una sessantina d’anni e di certo non
sarai più quella di un tempo ma pure io non sono più quel bel ragazzo di
qualche anno fa e allora cosa vuoi farci. Tuttavia, dentro la pellicola di
Bernardo Bertolucci e la fotografia di Vincenzo Storaro eri una meraviglia,
speciale e francese da farmi sentire ignobilmente italiano nell’osservarti da
immigrato sotto la Torre Eiffel incapace di spiccicare non dico una parola ma
un discorso sensato e alto tale da non sfigurare al cospetto di tuo marito
filosofo, il Quadri. Jean-Louis Trintignant invece faceva la spia fascista
Marcello, vestito come vorrei vestirmi se quel tipo di abbigliamento non fosse
incompatibile col mio portafoglio e col mio lavoro di tutti i giorni, e poi in
libreria come in tanti altri posti quando entri non c’è più neppure un posto
dove attaccare il cappello. Comunque siete a Parigi Dominique e Marcello beati
voi, se avessi avuto i soldi sarei venuto anch'io in qualche inquadratura
magari estraendo con astuzia dalla tasca del cappotto una copia del romanzo Mon père était très beau, proprio quando
tu maestra di danza ti scopri improvvisamente e resti a seno nudo facendomi dubitare
dell’importanza della letteratura (mia e altrui), e di molte altre cose ad
esempio quale sia la più bella donna nei film di Bertolucci o nei romanzi di
Moravia. O ancora se valga la pena perdere tempo a rapportarmi con editori
sordi come campane ad ogni tipo di rischio non omologato che aveva ragione
quella mia amica scrittrice che quando le ho detto di aver scritto un nuovo
romanzetto tendenzialmente filosofico lei mi ha detto ma cosa sei diventato
matto?! anche fosse vero non dirlo mai, mi ha sgridato rifilandomi pure un
grazioso scappellotto, non pronunciare mai “romanzo filosofico” di fronte a
qualche editor, per nessuna ragione al mondo, e allora io adesso dico sempre
che avrei pronto un romanzetto tendenzialmente filosofico ma con dentro tante
di quelle donne nude da far spavento. Come te Dominique, a seni scoperti
richiedente un abbraccio al Trintignant-Marcello prima di finire ammazzata tra
le montagne della Savoia con la faccia insanguinata nella neve che peccato, ma
tanto è solo un film e di questa settimana mi resta soprattutto il mazzo di
fiori che Trintignant a Roma porta a Stefania Sandrelli chilometri meno bella
di te, due libri comprati con un anno almeno di ritardo che s’intitolano
mirabilmente Hitler e l’enigma del
consenso e La fabbrica
dell'obbedienza, e un altro titolo in prima pagina di un noto giornale
sportivo che invece diceva senza alcun linguistico timore: “Juve: tirali fuori!”.