domenica 3 gennaio 2010

Il libro stupendo che sto leggendo


Riesce quasi a spiegarmi “l’assurda discrepanza tra l’eccellenza di gran parte degli italiani singoli e il destino generalmente sciagurato del loro paese attraverso i secoli”. Mi fa scoprire che i blue jeans non esisterebbero senza Genova, che Henry James, nel 1869, durante la prima giornata trascorsa a Roma, confidò al suo diario: “Finalmente, per la prima volta, vivo”. Che “garbo” è una delle parole italiane che non possono essere tradotte esattamente in altre lingue, e definisce una qualità che in Italia è particolarmente necessaria ed apprezzata. O forse una qualità che era particolarmente necessaria ed apprezzata, mi viene da pensare.
Con questo libro ho visto Cola di Rienzo presentarsi sul balcone del Campidoglio, dopo essersi impadronito dell’edificio, e pronunciare un discorso pare memorabile. Era il 10 maggio del 1347. Poche pagine dopo mi sono trovato nella prima metà del ventesimo secolo ad osservare i limiti della messa in scena di Benito Mussolini.
Grazie a Luigi Barzini ho appreso che Macchiavelli per il rivale Guicciardini provava “non soltanto la più alta stima, un sentimento raro tra concorrenti, ma anche ammirazione, amicizia, e addirittura affetto”.
Insomma, consiglio a tutti di leggere questo libro. Molti l’avranno già fatto, ma qualcuno probabilmente no. Un saggio splendido scritto nel 1964, con una dedica come questa:

“Questo libro è dedicato a tutti gli italiani illustri e sconosciuti che hanno speso la vita, si sono sacrificati e sono morti perché l’Italia non fosse com’è. Questo libro è dedicato a tutti coloro che vogliono vedere l’Italia liberata finalmente da tutte le sue sventure”.