lunedì 20 maggio 2013

Finalmente domenica! (39)



Mentre lo stratosferico arbitro Bergoglio (per ragioni di privacy ne abbiamo camuffato il cognome) portava il Milan ai preliminari di Champions League al posto della Fiorentina che l'aveva meritato sul campo, abbassavo il volume del telecronista che cercava imbarazzato scuse all'evidenza di un furto del valore di diversi milioni di euro e riprendevo tra le mani Bernardo Soares che tenevo disteso al mio fianco, non lui ma il suo libro con Fernando Pessoa in copertina che mi guardava serio, assente e preoccupato come a dire ma che fai, stai ancora a perdere tempo con il calcio italiano?

Hai ragione Fernando, ma giunto al termine della mia consueta maratona fine-settimanale padre-figlio la cosa più intellettuale che riesco a fare è sedermi sul divano e guardare l'ultima giornata di Serie A, che porta sempre con sé un sottile velo di malinconia o come diresti probabilmente tu, di Desassossego. Osservo i goal, le azioni e le emozioni delle diverse partite e non penso a nient'altro, più o meno, mentre tanti veri scrittori non stanno mica a guardare la televisione sportiva come me ma stanno tornando da Torino oppure cenando a Torino perché a Torino, si conclude il Salone del Libro. Merende con gli autori caffè con gli editori, aperitivi con gli editor amari con i traduttori, che poi una spremuta con Marco di Einaudi o Alessandro di Minimum Fax me la sarei bevuta volentieri, ma ho un po' di mal di schiena perché ho portato in groppa Pietro addormentato da piazza Duomo a casa mia, cinque o sei chilometri dovrebbero essere, ma si era appisolato dopo un giro in libreria e allora ho pensato niente tram, facciamo due passi lungo le vie nascoste di Milano che dici Pietro? Dormi, silenzio/assenso quindi via, la Borsa il dito di Cattelan, via dei Morigi poi diritto in fondo cos'è quella bellezza? Ah sì la schiena della basilica di S. Ambrogio, illuminata al sole, il monumento ai Caduti via San Vittore, piazzale Baracca i parchi ecc., Ippolito Nievo.

Insomma per una volta non vorrei essere altrove rispetto al posto dove sono, rileggevo dieci anni fa Il libro dell'inquietudine a Sirmione sul Garda seduto su una panchina sopra un pendio, sotto c'era il lago a sinistra le Grotte di Catullo, sottolineavo in matita ciò che mi ero scordato durante la prima lettura, e alla fine con quella enfasi tipica della giovinezza scrivevo sulla prima pagina bianca del volume: "La mia bibbia", sottolineato pure quello. Adesso invece mi guardi Fernando e io penso all'arbitro Bergoglio, a fine carriera mi auguro gli sia riservato almeno il ruolo di moviolista a Mediaset Premium, dove siamo capitati altro che inquietudine, eteronimi o semieteronimi va che non mi freghi lo so che sei sempre tu, Bernardo Soares aveva ammobiliato le sue stanze prestando particolare attenzione alle poltrone (con braccioli, profonde, morbide) per "conservare intatta la dignità del tedio", un po' di mal di schiena è il conto da pagare alla faticosa, sublime gioia di essere padre, insieme alla pazienza che non deve finire mai, alla stazione ferroviaria di Firenze in serata la tensione è esplosa hanno aggredito i giocatori del Milan, il capotreno ha fischiato e tutti hanno pensato a un altro calcio di rigore per Balotelli.

lunedì 13 maggio 2013

Finalmente domenica! (38)


Ero a Lavagna in piazza non me lo ricordo. Ma sì, quella dopo il sottopassaggio di fronte al mare, no non quella del parcheggio, l'altra. Che a essere precisi non è proprio di fronte al mare, tra il mare e la piazza dov'ero ci sono appunto i binari della ferrovia, il parcheggio e il lungomare comunque ero lì, seduto su una panchina fuori dall'edicola perché cosa c'è di più bello che comprare un giornale al mare, ero lì con Pietro arriva una ragazzina avrà avuto otto anni in più di lui ovvero circa nove e mi fa:

"Ciao, lui come si chiama?"
"Pietro".
"Andate anche voi in spiaggia?"
"Credo di sì, tra poco".
"Voi avete la barca?"
"No, siamo senza".
"Noi invece ce l'abbiamo".
"Bene, bello".
"Allora come siete qui?"
"In una casa".
"La casa è vostra?"
"No, in affitto".
"Ah".

Di avere una barca poco m'importa in realtà, dondolare di continuo non m'interessa, e poi ci sarebbe anche da guidarla, faccio già troppi chilometri in automobile. Una casa al mare invece non mi dispiacerebbe affatto, in ogni caso mi piace molto scendere dall'appartamento in via dei Devoti, siamo in affitto, superare la bandiera del Genoa che il simpatico proprietario lascia sventolare sul balcone, attraversare la strada e ritrovarmi al porto turistico, dove quelli che hanno la barca la tengono ormeggiata, ci sarà pure quella della nostra amica di nove anni. Poi proseguire il passeggio tentando di convincere Pietro a scegliere la mia direzione, non sempre facile da quando ha cominciato a camminare, fino ad arrivare alla piazza di cui non ricordo il nome, entrare in edicola e comprare Tuttosport, se non lo prendo questi giorni che la Juventus ha vinto il trentunesimo scudetto quando lo compro, degli altri quotidiani non m'importa più nulla ringraziando il Signore, l'unica arma rivoluzionaria del buon italiano mi pare sia non leggere più i giornali, non guardare la televisione e studiare solamente buoni libri. Peccato comunque fermarsi a Tuttosport, perché mi dicono su Repubblica Roberto Saviano si scaglia contro i bulli di Twitter, ah che tema coinvolgente e vicino ai problemi reali della gente, del resto incastrato in una bolla milionaria come ricordarseli i problemi reali della gente, vale per lui e per tanti altri, siamo in molti in fondo e lontani dal loro mondo, senza bolla e senza barca. Tuttavia sopravviviamo, con miseri stipendi oppure senza lavoro, la nostra felicità è nascosta in prodigi incomprensibili ai benestanti, vai a vedere che alla fine i fortunati siamo noi.

Dopo la piazza, davanti il mare all'indietro una via che porta a piazza Gugliemo Marconi, questa me la ricordo, preludio magnifico (parte in erba, parte in pietra) a una basilica consolante nella sua eternità, e allora si tratta di ascenderla lentamente con Pietro e pallina questa piazza che è una salita, all'insegna di un Tiki-taka Savio in zona ligure approdare alla scalinata con due leoni di marmo ai lati, salutarli nell'arrampicata, siamo sopra Lavagna, sotto ci sono i portici, una libreria di usato che quasi mi spingeva all'acquisto di cinque fascicoli-replica degli Album di figurine Panini a un euro l'uno, ma erano dal 1976 al 1980 e ho pensato, ero troppo piccolo non avrebbero fatto affiorare nessun tipo di ricordo, meglio allora scendere i gradini uno alla volta e fare finta di niente, risparmiare cinque euro per poi spenderle in focaccia o pasticcini, quindi puntare al lungomare nonostante il vento forte e Pietro che non tiene il cappello per il sole, quattro giorni al mare e chi ha più voglia di ritornare.

lunedì 6 maggio 2013

Finalmente domenica! (37)


Sono diventato campione d’Italia appena dopo la curva di Bergamo, non che prima non lo fossi, ero già campione prima di girare, ma ho fatto la curva in autostrada e il radiocronista ha detto è finita, la Juventus è campione d’Italia per la seconda volta consecutiva, la Juventus conquista il suo ventinovesimo scudetto, e io ho pensato ma senti ‘sto scemo probabilmente assunto per raccomandazione, lui ha detto non sono stato assunto per raccomandazione, ecco però è comparso al centro del campo un enorme scudetto con scritto dentro 31, questa storia non finirà mai, io gli ho detto ma certo che non finirà mai, fino a quando continuerete a parlarne, un’analisi tecnica vuoi farmela? Hai mai giocato una partita di pallone giornalettaio dai ragionamenti semplici e più comodi? Ti sei mai informato leggendo altro rispetto ai quotidiani dove lavorano padri di giornalisti, figli di giornalisti, nipoti di giornalisti che preparano il terreno in redazione per l’arrivo di altri parenti pronti a scrivere articoli che leggeranno e commenteranno solo loro, come ad un pranzo tipografico di natale ripetuto tutti i giorni?

Comunque ero dopo la curva di Bergamo, guidando ho annunciato a Marta e a Pietro sul sedile posteriore: “Sentito? Siamo campioni d’Italia…” Marta ha detto di già? Quindi le ultime partite non le giocano? Pietro ha detto Deddede, Io sì come l’anno scorso, no le ultime partite le giocano lo stesso, se le vinciamo tutte facciamo 92 punti e sarebbe un altro piacevole record, Deddede, Marta ha detto allora arriva Ibrahimovic cosa ne pensi?, talvolta mi sorprende, il giorno precedente sapeva tutto della conferenza stampa in cui Conte aveva chiesto rinforzi per proseguire il suo magnifico lavoro, Io tornando a Ibrahimovic è difficile ma se viene mi fa piacere, non è bello vendere i giocatori il giorno che hanno vinto il campionato ma cediamo Vucinic al Manchester United e prendiamo Ibrahimovic, il nodo non è il costo del cartellino  ma l’ingaggio, 14 milioni di euro all’anno, e pensare che noi dal 10 giugno saremo in contratto di solidarietà, lei mi ha detto ma non può abbassarselo l’ingaggio? Io le ho detto stiamo lavorando su questo ma non è facile, si tratta di spalmare, come forse sai la mia rosa di attaccanti per la Juventus del prossimo anno sarebbe Ibrahimovic, Llorente, Higuain, Vucinic e Quagliarella. Ma Vucinic non hai detto che lo vendi? Infatti, ma speravo non te ne accorgessi confondendolo con Zlatan in virtù del simil cognome, allora diciamo che lo sacrifico per Ibrahimovic perché lo svedese è un Vucinic che fa anche trenta goal a stagione, in caso togliamo Mirko dalla nostra rosa e pensiamo a qualcun altro, quel Beltrame che gioca nella squadra Primavera non mi dispiace, ma meglio prestarlo, allora facciamo Diamanti che calcia bene punizioni e angoli.

Dopo la curva la strada è tornata diritta, al mattino mi ero svegliato alle cinque, in piedi per in piedi avevo deciso di correggere per la penultima volta gli ultimi due capitoli del mio romanzetto in uscita a settembre, ma pensavo pure al fastidio che da tempo provo per certi scrittori campioni di Tweet relativi al loro libro in uscita, al loro libro presentato con, al loro libro recensito da, nauseante, capisco una volta ma dieci al giorno, smettetela e non rompete le balle alla gente, contenete il vostro ego non provate un minimo di vergogna? Finirà anche l’era dell’autopromozione internautica, finirà la moda sedentaria dei viaggi immaginari e delle masturbazioni, ho sonno guido e sono campione d’Italia, ma vorrei solamente dormire, l’altra notte ho sognato una guerra civile tra italiani, tiravano fuori vecchi cavalli dai garage, galoppavano davanti alle gelaterie e c’era un grande caos lungo le strade, Pier Paolo Pasolini sulla spiaggia ricordava a tutti io ve l’avevo detto: “Il vero fascismo è questo potere della civiltà dei consumi che sta distruggendo l’Italia, e questa cosa è avvenuta talmente rapidamente che in fondo non ce ne siamo resi conto, è avvenuta in questi ultimi dieci anni, è stato una specie di incubo in cui abbiamo visto l’Italia intorno a noi sparire, e adesso risvegliandoci forse da quest’incubo e guardandoci intorno ci accorgiamo che non c’è più niente da fare”. L’altra notte ho sognato una sana guerra civile, ma poi mi sono svegliato erano le cinque del mattino e invece non erano stati gli italiani a tirare fuori i cavalli dai garage ma viceversa.